Come comportarsi con le membrane che si espongono. Ne parliamo con il dr Fabrizio Belleggia

Come si comportano le membrane Cytoplast se si espongono? Quale protocollo si può seguire? Che tipo di risultato ci si può aspettare?

Abbiamo intervistato il dr. Fabrizio Belleggia, socio attivo della Società Italiana di Implantologia Osteointegrata (SIO), al recente congresso a Milano della stessa società scientifica.
In occasione di questo evento il dr Belleggia ha presentato un “poker” di quattro interessanti poster. In uno di questi ha proposto un protocollo di trattamento per l’esposizione delle membrane in PTFE ad alta densità suscitando un notevole interesse. Il poster è arrivato tra i 5 finalisti.

Sella edentula intercalata con vite Profix® di sostegno membrana

1. Sella edentula intercalata con vite Profix® di sostegno membrana

Posizionamento delle membrana in PTFE Cytoplast con rinforzo in titanio

2. Posizionamento delle membrana in PTFE Cytoplast con rinforzo in titanio

D – Potrebbe spiegarci come è nato questo protocollo di trattamento?

R – L’esposizione delle membrane in PTFE ha da sempre rappresentato l’incubo del clinico che si confronta con la GBR con barriere non riassorbibili. Infatti sono note le infezioni causate dai batteri che attraversavano le barriere in PTFE espanso (Gore-Tex), ritirate dal mercato, causando un esito negativo della terapia ricostruttiva con esiti a volte addirittura peggiori delle condizioni di partenza. La membrana in PTFE denso (Cytoplast®), invece, è impermeabile ai batteri e offre la possibilità di monitorare la situazione con più calma, consentendo un’eventuale esposizione di una membrana il più a lungo possibile affinchè il materiale da innesto al di sotto possa maturare.

Membrana non riassorbibile esposta a 5 settimane

3. Membrana non riassorbibile esposta a 5 settimane

Membrana non riassorbibile esposta a 10 settimane

4. Membrana non riassorbibile esposta a 10 settimane






D – Tutte le esposizioni sono uguali?

Posizionamento di membrana Cytoplast® RTM Collagen a lento riassorbimento al momento della rimozione della membrana non riassorbibile in PTFE. La membrana viene fissata con pin.

5. Posizionamento di membrana Cytoplast® RTM Collagen a lento riassorbimento al momento della rimozione della membrana non riassorbibile in PTFE. La membrana viene fissata con pin.

R – E’ importante tenere la membrana il più pulita possibile ma è chiaro che se la deiscenza dei tessuti molli si avvicina pericolosamente ai margini della membrana, allora deve scattare un campanello di allarme: prima che i batteri possano guadagnare l’unica porta di accesso all’innesto osseo, causandone la distruzione, dobbiamo rimuoverla. A questo punto, al di sotto della membrana e sopra l’innesto osseo troviamo quasi sempre uno strato più o meno spesso di tessuto connettivo. Questo strato non è sufficiente a proteggere l’osso che non ha avuto il tempo di maturare.

D – Come suggerisce di comportarsi?

Posizionamento del vello in puro collagene MEDICIPIO™ C sopra la membrana a lento riassorbimento Cytoplast® RTM Collagen per guidare la guarigione tissutale

6. Posizionamento del vello in puro collagene MEDICIPIO™ C sopra la membrana a lento riassorbimento Cytoplast® RTM Collagen per guidare la guarigione tissutale

R – Personalmente trovo appropriato utilizzare una membrana in collagene a lungo riassorbimento, come la Cytoplast® RTM Collagen, per avere un efficace effetto barriera di protezione dell’innesto.
Tuttavia ci troviamo anche a dover compensare una perdita dei tessuti molli per coprire la membrana in collagene e non farla riassorbire, perdendo prematuramente la sua funzione.
La passivazione dei lembi, quasi sempre infiammati, con incisioni periostali porterebbe ad un’ulteriore perdita di fornice e ad un’imprevedibile chiusura per prima intenzione, nonché a maggiore stress e morbilità per il paziente.
Pertanto ritengo utile impiegare un vello di collagene puro, Medicipio C, per guidare i tessuti molli ad una guarigione per seconda intenzione.

Guarigione per seconda intenzione sopra MEDICIPIO™ C

7. Guarigione per seconda intenzione sopra MEDICIPIO™ C

D – Perché Medicipio C?

R – Utilizzo Medicipio C principalmente per l’emostasi dei siti donatori di innesti gengivali sul palato ed ho osservato, nei casi in cui l’impacco parodontale messo a protezione cadeva dopo 2-3 giorni, che, a differenza di altri prodotti in collagene come il Condress che dopo 2 giorni erano completamente riassorbiti, Medicipio C era ancora presente. La sua permanenza anche dopo 20-30 giorni e la progressiva sostituzione con tessuto gengivale mi hanno fatto supporre che anche in una condizione come quella di una grande perdita gengivale associata all’esposizione di una membrana in PTFE, il vello di collagene Medicipio C avrebbe potuto guidare i tessuti alla copertura. Nel caso presentato nel poster, ad esempio, si è formato un tessuto cheratinizzato che ha protetto la sottostante membrana riassorbibile e l’innesto osseo che, dopo un periodo di maturazione adeguato di più di 10 mesi, si è fatto apprezzare sia radiograficamente che istologicamente, presentando osso vitale di nuova formazione e nessun segno di infiltrato infiammatorio dovuto ad infezione.

Tessuti a 8 mesi dopo la rimozione della membrana in PTFE

8. Tessuti a 8 mesi dopo la rimozione della membrana in PTFE

D – Trattandosi di una perdita di tessuto molle, non pensa che un’innesto gengivale libero prelevato dal palato, possa compensare questa perdita?

R – In passato avevo provato in due casi, dove avevo inserito contestualmente gli impianti, ad usare un innesto gengivale libero parzialmente disepitelizzato in maniera da aumentarne il letto vascolare lateralmente. Il trattamento però non ha avuto successo. Entrambe gli innesti sono andati in necrosi portando poi ad una perdita della porzione più coronale dell’innesto osseo sottostante. Il motivo è da ricercare nello scadente letto vascolare rappresentato dal tessuto poco vascolarizzato che ricopre l’innesto e nel fatto che il lembo primario che presenta la deiscenza tende a riepitelizzarsi. Poiché l’epitelio non offre un apporto vascolare e anche la presenza della testa dell’impianto rappresenta un ostacolo alla rivascolarizzazione dell’innesto gengivale libero.

Il dr Fabrizio Belleggia tiene un corso di aumento di tessuti peri-implantari sia duri che molli presso il suo studio a Roma. Guarda la locandina

Guarda gli altri poster del dr Belleggia presentati alla SIO

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