Quando il periostio fa la differenza. Intervista al dr Istvan Urban

Il dr Istvan Urban di Budapest è uno dei principali maestri mondiali delle tecniche di Guided Bone Regeneration. Recentemente ha presentato un nuovo device ibrido, una combinazione di membrana e mesh. L’abbiamo incontrato al 3°GBR GTR Symposium a Bologna dove ha tenuto un’intesa presentazione ad un folto pubblico di clinici.
In quest’occasione l’abbiamo intervistato a proposito della nuova Mesh Perforata in PTFE (Reinforced Perforated Mesh – RPM).

D – Dr Urban, dove vede le principali indicazioni e i principali benefici per la nuova Reinforced Perforated Mesh – RPM?

R – La nuova RPM trova le sue indicazioni nei difetti verticali maggiori, laddove si vuole permettere una migliore vascolarizzazione.

D – Visto che si tratta di una mesh e non di una membrana tradizionalmente intesa, lei suggerisce l’applicazione di una membrana in collagene o di un vello/fleece di collagene a copertura della RPM?

R – Questa è una bella domanda! Io associo la RPM a una membrana in collagene, ma in uno studio pre-clinico che è stato condotto non si è arrivati a nessuna conclusione in merito. Abbiamo visto un leggero vantaggio in caso di copertura con una membrana ma in ambiente pre-clinico il risultato è stato molto buono anche senza membrana riassorbibile. Comunque clinicamente siamo soliti associare una membrana in collagene a copertura della RPM.

D – Le Reinforced Perforated Mesh – RPM dovrebbero essere rimosse allo stesso intervallo di tempo delle tradizionali membrane Cytoplast© in dPTFE Rinforzate in Titanio?

R – Si. Le RPM dovrebbero essere rimosse con la stessa tempistica a meno che il difetto non sia molto grande. In questo caso preferiamo rimuovere RPM prima del posizionamento dell’impianto. In generale con le RPM abbiamo proprio notato una formazione ossea più veloce.

D – Intende che quando rimuove una membrana Cytoplast© Rinforzata in Titanio aspetta sempre prima di posizionare gli impianti e quanto tempo?

R – Con RPM notiamo una formazione ossea più veloce e pertanto per il posizionamento implantare non si deve attende oltre la rimozione della RPM nel 90% dei casi. Con una barriera non perforata la rimozione anticipata rispetto al posizionamento implantare è più logica; diversamente se ci sono dei fori i vasi possono crescere e non c’è necessità di aspettare. In una piccola percentuale dei casi, quando siamo in presenza di un difetto estremo, prima rimuoviamo la RPM e poi aspettiamo un paio di mesi per posizionare gli impianti.

D – La fissazione è sempre necessaria?

R – Si, certo. Le Reinforced Perforated Mesh – RPM, come le membrane Cytoplast© Rinforzate, vanno sempre fissate. La loro stabilizzazione è fondamentale.

D- Abbiamo notato che la RPM è composta di PTFE denso lungo il perimetro e che lei posiziona diversi pin o viti lungo i margini perimetrali.Sembrerebbe che lo faccia non solo per stabilizzare RPM ma anche quasi per sigillare i bordi. Qual’è il razionale?

R – Sì, metto molti punti di fissaggio lungo i bordi proprio per sigillare meglio il perimetro. In questo modo si ha una qualità ossea migliore e minor infiltrato tissutale.

D – Userebbe le RPM anche negli aumenti di volume orizzontali?

R – Si possono usare le RPM anche negli aumenti orizzontali ma questi difetti possono essere trattati anche con membrane riassorbibili.

D – Cosa accade nel caso di esposizione delle Reinforced Perforated Mesh – RPM?

R – Abbiamo eseguito oltre 100 casi con le RPM e abbiamo avuto una esposizione: la cosa ci ha veramente preoccupati. Comunque abbiamo visto come il tessuto molle sia cresciuto tra la RPM e l’innesto per cui siamo stati in grado di tenerla in situ per oltre 2 mesi. Quando l’abbiamo rimossa avevamo perso circa il 20% dell’innesto mentre il resto era in ottime condizioni.

D – Com’è l’applicazione di una RPM rispetto ad una Cytoplast© rinforzata tradizionale o rispetto ad una mesh in titanio?

R – Inizialmente il produttore Osteogenics Biomedical aveva sviluppato una prima versione della RPM che non è mai stata commercializzata. Si trattava di una mesh in PTFE forata su tutta la superficie ed era difficile da rimuovere. Diversamente dalla prima versione il device oggi commercialmente disponibile è un ibrido, una combinazione di una mesh e di una membrana.
Le parti della RPM che vengono posizionate in corrispondenza del difetto sono forate ma i bordi sono densi. Questo permette un’eccellente maneggevolezza, un’eccellente adattabilità e una facile rimozione rispetto alle griglie. Direi che la rimozione è simile alle membrane tradizionali.

D – Un’ultima domanda: dove suggerirebbe l’impiego di una membrana tradizionale Cytoplast© in PTFE ad alta densità?

R – Io penso che la membrana tradizionale Cytoplast© continui ad avere un’indicazione laddove il clinico tema di avere un’esposizione perché la membrana in dPTFE è certamente la migliore nel caso di esposizione.

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